(...) non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone, non siate gregge perdio, non riparatevi sotto l'ombrello delle colpe altrui, lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.
- UN UOMO, O. Fallacci

martedì 9 aprile 2013

Destination Cloud 9


DESTINATION CLOUD 9
16-03-13

Anche oggi il sole è pallido e coperto. Sarà il denso fumo grigio delle fabbriche o la perlacea nebbia d’ottobre? Questa luce slavata che ricorda il colore delle lacrime si riflette sulle strade spoglie e ancora lucide di pioggia e sui muri di cemento color topo.
Non c’è quasi nessuno in strada: solo qualche solitario passante dalle vesti scialbe e cascanti, gli occhi vacui e le labbra sigillate in linee ostinate, che trascinano i piedi come se ogni singolo passo fosse un’immane fatica.
Sembra quasi che neppure il vento si azzardi a soffiare, per non turbare con i suoi deboli ululati questa piatta immobilità.
Tutto è muto. Tutto è grigio: persino la pelle delle persone sembra aver acquisito una sfumatura di pietra. Chissà cosa ne è del loro cuore …
Ed eccoli, questi uomini e queste donne le cui bocche sono marcate da pieghe amare.
Ed eccoli, queste donne e questi uomini dagli occhi spenti ed il capo chino.
Eccoli a scuola, in fabbrica, in ufficio: “Facts, facts, facts” aveva detto Dickens in Hard Times, “Facts, facts, facts” sono tutto ciò che è ammesso tra le mura fredde di questa moderna Coketown. Basterebbe la tremula luce di un sogno per scaldarle. Basterebbe un sospiro di immaginazione per colorarle.
Ma a noi nessuno ha insegnato a sognare, nessuno ci ha insegnato ad immaginare. Siamo nati nel bel mezzo di un mare tempestoso, di un’immensa distesa d’acqua di cui non si scorgono i confini. Di cui non esistono limiti. Ma noi non abbiamo né bussola né astrolabio. Non abbiamo né direzione né destinazione.
Siamo la generazione senza sogni, senza valori e senza la voglia di inventarcene di nuovi.
Ed allora ecco che ci accontentiamo di un sogno già pronto, preconfezionato ed incartato con nastri vivaci: colori carnevaleschi, luci abbaglianti, profumi inebrianti che abbracciano corpi levigati, plasticati e risplendenti di gioielli, stoffe, trucchi e sorrisi.
Fama, ricchezza, popolarità e potere.
Un mondo sbrilluccicante di piume e strass che avvolgono corpi poco meno che perfetti e poco meno che nudi. Veline, cantanti, attori, vip: una gaudente elite di lotofagi sorridenti e spensierati, con il mondo ai loro piedi dalle unghie perfettamente curate.
Il nostro modello, la nostra ambizione, la nostra aspirazione.
Un mondo-giocattolo di infiniti amori tra Barbie e Ken e surrogati vari. Un mondo-fiaba dove tutti aspettano il Principe Azzurro o l’occasione per trasformarsi da viscida ranocchia a principessa tanto candida quanto vuota. E il lieto fine? In un modo o nell’altro sembrerà che tu l’abbia raggiunto.
Ma sono reali e veri questi protagonisti di Beautiful, stagione 21° secolo, puntata 2013?
Non importa! Io voglio arrivare lì lo stesso! Voglio quella pancia piatta, quelle gambe perfette, quella taglia da Victoria’s Secret, quelle borse Prada, quei gioielli di Tiffany! Voglio che il mio nome sia ripetuto da folle adoranti e che la città sia invasa da foto e poster con la mia faccia!
Voglio, voglio, voglio. Sogno, sogno, sogno.
Quindi è falso: non siamo una generazione senza sogni! Non siamo una generazione senza immaginazione né ambizione! Non siamo una generazione senza valori! Non siamo una generazione senza meta!
Siamo la generazione Destination CLOUD 9.

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