(...) non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone, non siate gregge perdio, non riparatevi sotto l'ombrello delle colpe altrui, lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.
- UN UOMO, O. Fallacci

domenica 7 aprile 2013

Io sono MIA


Io sono MIA
16.02.2013

Oh…Mary’s ambitious
She wanna to be a politician
She been dreaming about it since she was a girl
She thought that she’d be the one to change the world
Always trying to pave the way for women in a…man’s world
But life happened, house, kids, 2 cars, husband hits the jar, cheques that don’t go very far now
Now she in it - can’t change it, she keeps her mind on her wages
The only rattling cages!
-The Script, We Cry



Sofia leggeva Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Elizabeth Cady Stalton, Kate Millet e tante altre: Le deuxième sexe di Simone de Beauvior stava sul suo comodino come la Bibbia su quello di sua madre. Leggeva articoli e ragionava sull’emancipazione femminile: quante contraddizioni! Vogliamo dimostrarci forti ed abili come gli uomini e poi accettiamo l’imposizione delle quote rosa in parlamento! Lottiamo contro il concetto di donna-oggetto, di carne in vendita, e lo facciamo a petto nudo! Parliamo di uguaglianza e parità dei sessi, ma siamo le prime a sfruttare la scusa del gentil sesso per entrare gratis in  discoteca! Ci ribelliamo ai modelli di donna bella e vana, ma ci imbottiamo di trucchi, creme ed accessori anche solo per andare a buttare la spazzatura! Dov’è la coerenza? Come si può lottare senza di essa? Come si può parlare di reale emancipazione se siamo comunque schiave di preconcetti e comodi ideali che perdurano da secoli? L’emancipazione è come la libertà: “(…) la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.” (O. Fallacci – Un uomo). Non possiamo accettarne i vantaggi senza caricarci delle responsabilità che essi ci impongono.
Per questo Sofia aveva deciso che non si sarebbe mai innamorata, che non avrebbe mai amato: così rinnegava la sua natura di donna. Come Schopenhauer si rifiutava di generare figli per non essere strumento della vita, così Sofia si negava all’amore, a quella che era definita la prima e più elevata caratteristica della natura femminile, in favore della coerenza.
Anche Sara era figlia del femminismo: scriveva articoli su riviste femminili, interveniva alle conferenze e parlava come opinionista in televisione, ai talk - shows. Si era piegata alle regole del mondo dello spettacolo perché voleva combattere dall’interno per la sua emancipazione e viverla con pienezza: le nostre nonne, le nostre madri hanno lottato per questa nostra  libertà, perché non viverla? Perché rinunciare ad essere ciò che siamo? Perché essere schiave del passato e nascondere il nostro corpo ora che siamo finalmente libere di mostrarlo? Ora non c’è più un padre, un fratello od un marito a cui appartiene il nostro intero essere: ora la donna appartiene anima e corpo solamente a se stessa e può disporre di sé come vuole.
E Sara questa libertà voleva viverla, viverla fino in fondo finché aveva la bellezza, la forza e la vitalità per farlo. Perciò lei sceglieva di mostrarsi, si essere imprenditrice del suo corpo oltre che della sua anima  e di non negarsi agli sguardi curiosi delle telecamere.
Un taglio netto quello di Sofia, una presa di posizione discutibile quella di Sara. Giuste?  Forse si, forse no. Ma su una questione così complessa e piena di sfaccettature e contraddizioni si può parlare di giusto e sbagliato? L’unica certezza è quella di una lotta continua, logorante ed in sordina, in cui spesso ci si confonde tra avversario ed alleato, in cui non è sempre facile capire quali sono le catene che ci imprigionano, in cui l’obiettivo non è quasi mai chiaro. Ma Sofia e Sara avevano le idee chiare almeno su un punto: non è l’altro sesso il nemico principale, è l’interiorità stessa delle donne, quella stipata da millenni di timori e tremori, infantili passioni ed ambizioni alate, pregiudizi e comode scuse, che le incatena, le confonde, le irretisce.
Ma come fare per liberarsene? E cosa fare una volta ottenuta questa tanto agognata libertà?

Viky Corners

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