(...) non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone, non siate gregge perdio, non riparatevi sotto l'ombrello delle colpe altrui, lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.
- UN UOMO, O. Fallacci

martedì 2 aprile 2013

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27.01.2013


Un giorno accadde.
In quel mondo controllato al millimetro, al milligrammo, al millilitro, al millisecondo, un giorno accadde l’impensabile: ci fu un errore di calcolo.
LX512 si permise di venire al mondo ben 5 secondi prima del previsto. Le infermiere nei loro camici immacolati si guardavano le une le altre sconvolte; i medici pallidi ed eterei erano ammutoliti. Si chiamò l’ufficio di Controllo del Tempo, quello del Calcolo Minuzioso e persino quello di Correzione dei Calcoli, ma nessuno sapeva spiegarsi un errore tanto grossolano. Si allertò il Sindaco, che rischiò di macchiare di tè la cravatta nuova per la sorpresa e che chiamò il Prefetto, che si rovesciò addosso il tè per lo sconcerto e che chiamò il Ministro, che quasi si strozzò con il tè per lo sbalordimento e che infine chiamò il Presidente che non sapendo più chi chiamare continuò impassibile a bere il suo tè.
“RIBELLE”. Questo fu scritto sull’etichetta di LX512 solo 1 ora, 10 minuti e 7 secondi dopo la sua nascita.
LX512 a 6 anni, 2 mesi e 4 giorni, come tutti i bambini, iniziò ad andare a scuola: fu accompagnata in una grande stanza dal pavimento e le pareti prive di colore, riempita da decine di file di piccoli banchi perfettamente candidi e posizionati ad una distanza di esattamente 50 cm e 6 mm l’uno dall’altro. Sul bordo di ogni banco erano allineate con precisione maniacale 2 penne nere, una matita e una gomma: niente colori, niente temperamatite, niente che potesse sporcare o istigare alla creatività.
La bambina non poté far altro che sedersi come gli altri e guardare l’insegnante costretta nel suo grembiule bianco che calcolava i secondi che mancavano alle 8 e 5: esattamente a quell’ora, non secondo più né secondo meno, cominciò la lezione e la signorina iniziò a parlare come un automa, sciorinando in ordine cronologico con un tono piatto e ripetitivo tutte le informazioni che erano state inserite nella sua scheda di lavoro della giornata.
Allora accadde di novo.
In quella classe senza colore, senza disegni, senza personalità, accadde l’impensabile: qualcosa riempì il vuoto asettico di quella classe.
LX512 venne scoperta a disegnare, sul banco.
La signorina dal grembiule candido rimase a bocca aperta per la sorpresa, i compagni sgranarono gli occhi mentre LX512 continuava a disegnare impassibile. Fu fatto chiamare l’Ufficio di Censura delle Arti, quello di Controllo sulla Creatività e persino quello della Nozionistica dell’Istruzione, ma nessuno sapeva cosa dire nè cosa fare. Si allertò l’addetto alla Sorveglianza scolastica che per poco non si pinzò i fogli alla camicia per la sorpresa, che chiamò il Direttore del personale che si pinzò il dito per lo sconcerto, che telefonò al Vice-preside che rischiò di pinzarsi fogli, dita e camicia per lo sbalordimento, che  a sua volta si mise in contatto con il Preside che, non sapendo più chi chiamare, continuò placidamente a pinzare i suoi documenti.
“INDISCIPLINATA”. Questo aggiunsero all’etichetta di LX512 solo 1 ora, 10 minuti e 7 secondi dopo che aveva cominciato il suo primo giorno di scuola.
Passarono 20 anni, 3 mesi e 6 giorni e dissero ad LX512 che era giunto il momento di sposarsi, come tutte le giovani donne della sua età. Fu portata al municipio: le fu fatto infilare un abito bianco, candido, perfetto, come tutti e fu condotta in una stanza insonorizzata, dove non si poteva sentire neppure il suono dei propri passi e dove tutti stavano in silenzio in lunghe file di pallidi fantasmi dal volto inespressivo. Il Sacerdote se ne stava ritto in piedi e calcolando 10 minuti e 3 secondi per ogni coppia di persone, dava benedizioni a destra e a manca e ora, alle 14 e 16 minuti e 45 secondi, sarebbe stato il turno di LX512.
Allora accadde ancora una volta.
In quel municipio silenzioso, muto e sordo, accadde una cosa impensabile: una voce si levò alta e acuta. LX512 disse “NO”.
Il sacerdote si sentì svenire per lo sconvolgimento e le coppie di fermarono attonite e con le bocche spalancate. Si fece chiamare l’Ufficio di Appaiamento, quello di Prevenzione del Rifiuto, quello di Regolazione del Silenzio, ma nessuno sapeva spiegarsi un simile comportamento. Allora si allertò il Responsabile dei Matrimoni che per la sorpresa quasi si punse con il roseto che stava potando, che chiamò il Responsabile municipale, che per lo sconcerto si punse il dito con il roseto che stava potando, che telefonò al Sacerdote Capo, che per lo sbalordimento rischiò di cadere nel roseto che stava potando, che si mise infine in contatto con il Sacerdote Supremo, che non sapendo più chi chiamare, continuò meccanicamente a potare il suo roseto.
“RIVOLUZIONARIA”. Questo aggiunsero all’etichetta di LX512 esattamente 1 ora, 10 minuti e 7 secondi dopo che si rifiutò di sposarsi.
Ribelle. Indisciplinata. Rivoluzionaria. Questo c’era scritto sulla sua etichetta. Ma accadde ancora una volta. Qualcosa di impensabile e sbalorditivo.
LX512 si strappò l’etichetta dal petto e la fece a pezzi senza tante cerimonie, perché lei, LX512 non era nessuna di quelle cose, ma era tutte quelle cose insieme.
AUTENTICA.

Questo era LX512.


Viky Corners

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