... forse più autobiografico di quanto vorrei...
And you can't fight the tears that ain't coming
or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive ...
- Iris, Goo Goo Dolls
LA
RAGAZZA CHE NON SAPEVA AMARE
19.02.13
Elle
non si era mai innamorata.
Aveva
passato gli anni delle scuole a guardare con una punta di gelosia gli occhi
luccicanti, le guance arrossate, il dolce sospirare delle sue compagne
sentendosi come una telespettatrice inopportuna, la "Maria-finestra" della situazione, un’estranea che fa un
timido passo oltre la soglia di una casa non sua.
Elle
iniziava persino a dubitare che per lei l’amore potesse esistere: non si
spiegava come mai al posto di un cuore palpitante la sua cassa toracica
abbracciasse un iceberg gelido ed immobile. Eppure lo desiderava davvero,
innamorarsi! Dopo anni di gelo anche un timido lumino sarebbe stato un elisir,
una primavera, un fuoco d’artificio.
Ma
ormai aveva smesso di crederci, nell’amore.
A volte
si sentiva soffocare dal grigiore e dall’aridità di quella vita piatta in cui
non c’era nessuno con una tavolozza di colori tra le mani pronto a dipingere un
sogno, in cui ogni tramonto era solo una fredda meraviglia che sottolineava una
mancanza. A volte prima di andare a dormire, Elle pregava di essere come gli
altri, di imparare ad amare, di trovare qualcuno che glielo insegnasse. Altre
volte, invece, si ribellava all’idea di un principe azzurro, di sentirne il
bisogno, di desiderarlo.
Era
spezzata.
Era
frantumata in mille pezzi.
Era
lacerata da un consumante desiderio d’amore ed un rassegnato orgoglio.
Non
le rimaneva altro da fare che chiudere gli occhi ed andare avanti.
Ma
infine un giorno accadde e bastò uno sguardo perché i ruscelli ricominciassero
a gorgogliare, i germogli a fiorire e i passeri a volare con un frullio d’ali
dentro il suo petto. Che sciocca: come fai a non credere nell’amore quando quel
sorriso increspa le sue labbra e una fossetta fiorisce sulla sua guancia? Come
fai a non credere nell’amore quando quegli occhi del colore della primavera si
fermano nei tuoi e tu ti perdi in una selva dai colori innaturalmente intensi e luminosi? Come fai a non
credere nell’amore mentre fai scorrere le tue dita timide tra i suoi capelli, sul suo collo morbido, sul suo petto caldo che sembra invitarti a
rannicchiarti tra le sue braccia muscolose? Come fai a non credere nell’amore
quando senti la tua pancia riempirsi di quelle stereotipate farfalle, quando una sua risata può
illuminare la tua giornata, quando quelle due parole, tre sillabe, cinque
lettere sono importanti come l’aria che respiri?
Aprendo
gli occhi.
Guardandoti
attorno.
Scendendo
dal tuo paradiso immaginario.
Perché
Elle sapeva amare, ma soltanto i suoi sogni.
Sapeva amare, ma aveva troppa
paura per farlo.
Sapeva amare, ma amare è anche rischiare, è anche soffrire.
Amare non è soltanto quell’infinita lista di “sintomi” che ti fanno sentire
bene, felice, che colorano il tuo mondo di rosa. C’è un’altra faccia dell’amore
di cui ci dimentichiamo volentieri: quella che ci consuma, che ci fa disperare,
che ci fa versare lacrime che non sono certo di felicità.
Amore
non è sempre sinonimo felicità.
O
almeno, non nella realtà.
Viky Corners
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